Su Rai 3 la storia di un imprenditore che, grazie allo Studio Pagano, è tornato padrone della propria vita
Può un lavoro che ami e che svolgi con passione, finire per toglierti tutto ciò che hai?
Ci sono artigiani, piccoli imprenditori, commercianti che la mattina presto aprono le serrande delle loro attività per poi rientrare a casa tardi la sera.
Persone che fanno sacrifici importanti per mantenere un reddito che possa sostenere la famiglia. Si privano del tempo con i loro figli, con gli amici. Lavorano duro ma sembra che la vita non li stia ripagando con i risultati che meriterebbero.
Prendo l’esempio di Roberto, un cliente che si è rivolto al nostro studio dopo essere caduto in una situazione di sovraindebitamento, e protagonista del video andato in onda il 10 settembre su Rai 3.
Guarda il video
Perché quando nella tua azienda ci metti il cuore e poi, a causa dei debiti, sei costretto a chiuderla, ti si creano ferite che è difficile rimarginare.
“Il momento più tragico è stato quando ho dovuto cedere la partita iva, nel 2017. Da lì ho visto crollarmi il mondo addosso e mi sono sentito un fallito” dice alle telecamere di Rai 3.
Un fallito.
È una parola che sento pronunciare spesso dalle persone che arrivano in studio e che, ogni volta, continua, per ore ed ore, a rigirarmi per la testa.
Ma è giusto sentirsi in colpa, o peggio dei falliti, quando – dopo tutti i sacrifici e i salti mortali fatti per lavorare – i debiti ci tolgono tutto ciò che si ha?
- La nostra azienda;
- La nostra serenità;
- La felicità della nostra famiglia;
- La nostra dignità.
Sono queste le cose che sento spesso dire di aver perso quando parlo con persone che hanno problemi di debiti.
No, non è giusto sentirsi dei falliti perché in realtà non si è fatto nulla di male.
Semplicemente qualcosa è andato storto e per questo non si deve essere giudicati in piazza come dei colpevoli.
Specie perché, come nel caso di Roberto, spesso la causa dei debiti di un imprenditore sono le fatture non saldate dai clienti. Clienti che avranno poi forse avuto, a loro volta, mille motivi ma che, in questo caso, segnano la sorte di una persona che ha semplicemente svolto il proprio mestiere.
E poi cosa succede? Il rivenditore non riuscirà a pagare i propri fornitori, avrà difficoltà a coprire le spese della sua attività, a garantire lo stipendio ai dipendenti… ed entrerà in un circolo vizioso che lo porterà sempre più in basso.
“Ho cercato in vari modi di poter sistemare i debiti accumulati ma, ad un certo punto, ho capito che non era più possibile” continua Roberto.
Si può mai essere colpevoli per ciò che è accaduto?
Roberto avrebbe pagato serenamente e volentieri i suoi debiti se ne avesse avuto la possibilità. Non si è mosso come un delinquente che voleva far sparire soldi e non pagare. Tutt’altro. Ha cercato in tutti i modi una soluzione ma, ad un certo punto, si è dovuto arrendere al fatto che le sue sole forze non erano sufficienti.
Quando ci si trova in una situazione come quella di Roberto, si è braccati dai creditori:
- Telefonate ad ogni ora del giorno, al punto che, ad ogni squillo, il cuore ti rimbomba nel petto;
- Lettere che ti intasano la casella della posta e che cercherai di ritirare la notte quando i vicini dormono e non si accorgono di nulla.
Ci si sentono gli occhi di tutti puntati addosso quando si esce di casa, nelle orecchie risuona l’eco delle malelingue ed ogni parola cattiva è una pugnalata nella schiena.
Al punto che, Roberto, pensa addirittura di fare dei gesti sconsiderati, pur di mettere fine a quella sofferenza.
“Devo essere sincero, ho avuto dei momenti in cui ho pensato cose molto tragiche” dice Roberto.
È impensabile che un problema economico possa creare un vuoto talmente grande da arrivare a simili pensieri, ma la realtà è che ancora oggi, in Italia, 10 persone al giorno non trovano una ragione valida per continuare a vivere (clicca qui per leggere l’articolo).
Per questo motivo la mia missione è salvare le persone dai debiti, diffondendo il più possibile il messaggio dell’esistenza di una legge detta “Legge Anti Suicidi”, che può aiutarle ad uscire da una situazione di sovraindebitamento e ritrovare la fiducia nel futuro.
Uno strumento che aiuta concretamente cittadini ed imprenditori che hanno lavorato una vita onestamente e che oggi si ritrovano a dover scontare una pena.
Gente trattata come i peggiori delinquenti che ha come unica colpa quella di aver dato tutto per il proprio lavoro con il sogno di garantire un futuro sereno alle proprie famiglie.
Come tanti imprenditori, Roberto amava alla follia il proprio lavoro e lo dimostra quando decide di mostrarci il box (oggi in liquidazione) in cui conserva ciò che è rimasto della sua attività.
“La cosa che più mi piaceva vendere erano i tapis roulant, e le biciclette” dice mostrandoci una vecchia targa del 1984 della Milano-Sanremo. E la voce quasi si incrina per l’emozione.
Quella di Roberto è una storia che è partita con molte sofferenze ma che termina con un lieto fine perché, grazie alla legge 3/2012 – procedura di sovraindebitamento, in gergo detta anche “Legge Ammazza Debiti”, ha potuto marchiare a fuoco la parola “FINE” all’incubo dei debiti.
Per lui ed insieme a lui abbiamo avviato una procedura di liquidazione del patrimonio strutturata sulla base delle sue possibilità.
Questo piano prevede:
- Il versamento mensile di una piccola quota per 4 anni;
- L’importo derivante dalla vendita della sua abitazione;
- I ricavi ottenuti dalla vendita del box e dei prodotti rimasti invenduti dopo la chiusura della sua attività.
Decorsi i quattro anni, ciò che è stato versato verrà ripartito fra i creditori e la parte rimanente verrà stralciata dal tribunale.
Guarda il Decreto del Tribunale di Monza.
Ma allora chiunque può accedere alla Legge 3 sul Sovraindebitamento?
In generale si, ma quello che tengo a sottolineare è che quella sul sovraindebitamento, è una legge meritocratica.
Cosa intendo?
Mi riferisco al fatto che Roberto ha potuto accedere alla procedura perché, ha contratto i debiti in maniera INCOLPEVOLE. Aveva la possibilità di adempiere e non è colpa sua se, come succede a tanti imprenditori, in corso d’opera alcuni clienti non lo hanno pagato e lui sia rimasto intrappolato nella morsa dei debiti.
Fornitori, bollette, affitto, tasse… quando le uscite superano di gran lunga le entrate è inevitabile che qualche bullone si spezzi e che tutto l’ingranaggio smetta di funzionare.
E le vittime non sono solamente gli imprenditori o le persone che hanno contratto i debiti ma bensì anche le loro famiglie.
Mogli, mariti, genitori, figli che devono tirare la cinghia per cercare, insieme, di uscire dalla trappola dei debiti.
“Ho fatto vari tipi di lavoro per potermi permettere l’essenziale per vivere” continua Roberto, “lo stipendio che aveva mia moglie serviva per pagare i debiti”.
Roberto è stato “fortunato” perché, nonostante le difficoltà, ha potuto contare su una famiglia forte ed unita ma, credimi, non sono pochi i casi di famiglie sfasciate per colpa dei debiti.
Perché per quanto ci si ami, le continue litigate, la rabbia, la frustrazione, la paura e la disperazione possono minare le fondamenta del più solido dei rapporti.
Quindi il mio consiglio è: se tu, un tuo familiare, un parente, un amico o un collega di lavoro vi trovate in una situazione di sovraindebitamento, non dovete indugiate un secondo di più.
- Non aspettare che i debiti distruggano tutto ciò che hai;
- Non aspettare che facciano tabula rasa dei tuoi affetti;
- Non aspettare che l’ombra della disperazione diventi sempre più buia.
Roberto ha avuto il suo lieto fine e, nel momento in cui ha ricevuto l’omologa del giudice ed ha avviato quindi la procedura di sovraindebitamento, si è risvegliato dall’incubo che gli stava rovinando la vita.
- Si è salvato dai debiti sollevando quel macigno dallo stomaco e, per la prima volta dopo tanto tempo, si è sentito leggero, in pace.
- Ha abbandonato quella sensazione di angoscia che lo attanagliava facendolo rimanere sveglio la notte, e guardare con occhi nuovi al futuro.
- Ha potuto prendere per mano la moglie, abbracciare i suoi tre figli e godersi, insieme a loro quel senso di liberazione che solo chi ha tanto sofferto, può capire.
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Avv. Monica Pagano